Il Comune di Chieti si aggiudica 7,1 milioni dal Pnrr

Il Comune di Chieti si aggiudica 7,1 milioni dal Pnrr.

Il Comune di Chieti si aggiudica 7,1 milioni di euro per la bonifica di due estese aree ricadenti all’interno del Sito di Interesse Regionale di Chieti Scalo.

Con la firma del decreto da parte del Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani è stato raggiunto in anticipo il traguardo di dicembre – fa sapere l’ANCI Abruzzo – sulla misura del PNRR “Bonifica del suolo dei siti orfani”, con conseguente l’adozione del Piano d’azione per riqualificare i terreni inquinati delle aree industriali abbandonate. Le azioni interessate sul territorio sono il Dragaggio del ponte di Pagnini Eco Sas e la bonifica del sito ex Eco Trans Srl del Consorzio industriale Chieti Pescara.

«Il decreto che attesta il finanziamento sui due siti, è un’occasione importante che consentirà al Comune di rivitalizzare due aree fortemente inquinate e di farlo in tempi brevi, attraverso il binario veloce del PNRR – così il sindaco Diego Ferrara e l’assessore all’Ambiente e alla Transizione Ecologica Chiara Zappalorto –. Si tratta di un’occasione importantissima, perché la nostra azione sulle diverse porzioni di territorio da rinaturalizzare potrà così essere articolata e integrata, in modo da recuperare la funzione di queste parti della città che si trovano tutte a Chieti Scalo, a ridosso del fiume e dell’area industriale.

Abbiamo diversi strumenti che ci consentono di agire: a partire dal PNRR, che ci ha finanziato il recupero dei due siti con una mole considerevole di fondi; ma c’è anche il contratto di fiume, che ci vede in sinergia con gli altri Comuni dell’asta del Pescara per progettare azioni di tutela e di rivitalizzazione; infine c’è la bonifica del SIR di Chieti Scalo, per cui avevamo risorse per 10 milioni di euro che sono state definanziate dalla Regione e non ancora restituite, che ci consentirebbero di avviare anche quella bonifica, che va in tandem con l’altro SIR di Città Sant’Angelo.

La misura che ci ricomprende per i siti orfani è un investimento da 500 milioni di euro e punta a ridurre i rischi per la salute, preservare l’ambiente e promuovere l’economia circolare. La riqualificazione di questi terreni, infatti, “orfani”, perché non ricompresi in nessuna procedura di bonifica secondo legge e indicati dal Ministero, consente di riutilizzarli, restituendo uno spazio all’ambiente e soprattutto valorizzando la biodiversità dei luoghi. I tempi sono stretti: tutto dovrà essere rendicontato entro il 2026, entro la fine di marzo 2026 dovrà infatti essere riqualificato il 70% delle superfici individuate. Una tabella di marcia vigorosa, che trova da parte della struttura comunale una disponibilità piena a procedere, al fine di avere nuovo sviluppo su terreni che erano senza speranza».

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